domenica 1 aprile 2012

Citazioni: Antonia Liskova su Io donna

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COSE DELLA VITA Antonia Liskova

L’attrice di origine slovacca da bambina aveva due sogni: indossare abiti nuovi (non quelli usati delle cugine) e fare un viaggio in America. Il primo lo ha realizzato a 19 anni; il secondo un anno fa

COSE DELLA VITA Antonia Liskova
Foto Alessandro Pizzi / SGP
Che cos’ha sul comodino? 
Il burro di cacao. Di creme e make up posso fare a meno, ma il burro di cacao lo metto sempre, la sera, per evitare che si secchino le labbra.

Dentro la sua borsa non manca mai...
C’è di tutto, sembra la borsa di Mary Poppins. E c'è sempre un elastico, sia per l'abitudine di quando avevo i capelli lunghi - adesso li ho corti per esigenze di lavoro e per praticità - sia perché con una figlia di sette anni elastici e mollette sono indispensabili.

Un animale?
Ho un cane e un gatto a Roma, altri tre cani nella casa in campagna, oltre a pavoni, galline e oche, le mie preferite. Sono tra gli animali con il comportamento più simile a quello umano. Una si era innamorata di mio marito: lo beccava per farsi accarezzare, era gelosa, quando c'era lei non si poteva avvicinare nessuno.

Il luogo del cuore?
Una quercia sulla collina vicino alla casa dei miei, appena fuori Prievidza, in Slovacchia. Vi avevo appeso un'altalena fatta con una corda e un pezzo di legno. E mi dondolavo nel vuoto a trenta metri d'altezza.

Un portafortuna?
Un braccialetto indiano con campanellini che mi ha regalato un'amica. Le madri lo mettono alle caviglie dei bambini perché non si perdano. «Così saprò sempre dove sei» ha detto la mia amica. Un gesto molto affettuoso.

Un libro?
La donna e altri animali di Brunella Gasperini. Anticipa con un linguaggio coraggioso quello che è diventata la donna. Poi La fabbrica degli angeli di Jessica Gregson.

Il lavoro domestico?
Pulire. Non mi ferma nessuno: polvere, pavimenti, straccio... Mi hanno appena insegnato un sistema per sgrassare i fornelli: passarli con carta vetrata finissima.

Da bere? 
Vino rosso, in particolare il Sagrantino di Montefalco. Un buon bicchiere fa bene alla salute e abbassa il colesterolo. E se non facesse bene... lo berrei lo stesso!

Il suo eroe di bambina?
Pippi Calzelunghe! Quella specie di teppista che poteva fare quel che voleva. Non è una bambina proprio perbene, dice mia figlia. Mi sono divertita molto anche a interpretare Erodiade (in Maria di Nazareth, l'1 e 2 aprile su RaiUno, ndr), un'abile manipolatrice che sapeva sfruttare le debolezze altrui.

Uno sport?
Sono una frana: nessuno. Forse perché ho già dato troppo da piccola: mi sono diplomata all'Accademia dopo dieci anni di danza e dico sempre che vivo di rendita. Pratico con costanza solo lo stretching: una coccola per i muscoli che fa bene alla circolazione e all'elasticità.

Il film preferito?
Viale del tramonto: malinconico ma bellissimo. Gloria Swanson ha ripreso in mano la carriera con quel film, altro che tramonto!

Il suo mezzo di trasporto?
L'auto. Anche a Roma, nonostante il traffico. Ho il motorino ma lo uso solo da maggio in poi, prima fa troppo freddo. Anzi, vorrei un telecomando per riscaldare a distanza l'auto prima di entrarci.

Che cosa ha comprato con i primi soldi guadagnati? 
Vestiti. Non dovrei dirlo perché è contro i miei principi: il denaro si risparmia o si usa per spese utili. Ma avevo 19 anni e fino a quel momento indossato quasi solo le cose smesse delle mie cugine: ho detto basta, finalmente scelgo io. Ho comprato pantaloni, abiti, maglie (gonne no, non le uso). Una vera fashion victim.

La vacanza più bella?
L'anno scorso a New York: la mia prima volta negli Usa. Da bambina vivevo in Slovacchia e non ci potevo andare. La mia America era quella dei film, un sogno. Invece ho scoperto che anche a New York (sopra, Times Square) la gente è come noi... Ogni mattina mia figlia e io facevamo colazione al carretto degli hot dog: poco salutare, ma lei avrebbe mangiato anche il carretto..

Il capo del cuore?
Ne ho due. Un pigiama azzurro che usavo da ragazzina: ormai è liso, con i buchi, ma è stato il primo indumento nuovo che mi ha comprato mia madre. L'altro è un paio di galosce che mi regalarono a tre anni. Volevo andare per funghi con mio padre ma non avevo le scarpe adatte: con quelle, finalmente, potevo. Sono diventate un simbolo, per me, il segno che per fare qualcosa devi avere "le scarpe giuste", anche a livello morale: onestà, capacità, valori.

Come si rilassa? 
Mangiando! Posso resistere al sesso, ma non al cibo. Non sono una mangiona ma ho un senso del gusto molto sviluppato. Mi metto sul divano davanti alla televisione con qualcosa di buono e mi rilasso così. Sono golosa di dolci, torte, nutella e crêpes (uno dei pochi piatti che so preparare). Ma in assoluto preferisco le lasagne.

Su "Io donna", 31 marzo-6 aprile 2012 

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